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Cessione del Quinto Rifiutata: i Vari Casi

La cessione del quinto può essere rifiutata in alcuni casi. Anche se questa modalità di prestito personale è fra le più diffuse, in particolare fra lavoratori e pensionati, oltre ad essere abbastanza facile da ottenere, può capitare che venga rifiutata. Di seguito ne analizzeremo i requisiti per ottenerla con un occhio di riguardo alle limitazioni.

 

I requisiti della cessione del quinto e in quali casi può essere rifiutata

La cessione del quinto è un ottimo modo per ottenere un prestito per tutti coloro che hanno un entrata fissa mensile (costituita in particolare da pensione o busta paga). In questo caso saranno direttamente INPS (per i pensionati) o il datore di lavoro (per lavoratori dipendenti), a provvedere a versare al creditore la rata mensile trattenendola direttamente dallo stipendio.

Vi sono però alcuni casi in cui questa garanzia non è sufficiente agli occhi di banche e istituti di credito, vediamo insieme quali sono.

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, i maggiori problemi si riscontrano quando sono impiegati in aziende private di piccole dimensioni (con meno di 16 dipendenti), ritenute realtà poco solide. Ad influire sul possibile rifiuto della cessione del quinto vi è anche l’età dell’azienda (considerata troppo giovane se aperta da meno di due anni), i bilanci non del tutto chiari, ma anche un TFR troppo esiguo (per via di una recente assunzione) o l’evidente stato di salute cagionevole del richiedente.

Nel caso dei pensionati, invece, quello che influisce maggiormente è l’età. Se si superano gli 80 anni è infatti sempre più difficile ottenere il finanziamento. Anche il tipo di pensione percepita e il suo importo possono influenzare il rifiuto. Se, ad esempio, tolta la rata del prestito non si arriva a 500 euro mensili, il finanziamento verrà rifiutato.

Leo Trevisan

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